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Cassinate – Continua l’impegno di ANPANA

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Cassinate – Continua l’impegno di ANPANA
Una battaglia a favore dell’ambiente che sembra non avere fine nel cassinate, una lotta che le associazioni ambientaliste e protezionistiche dell’area, tra le quali l’ANPANA combattono quotidianamente, uno sforzo comune che ha l’obiettivo di preservare l’ambiente naturale circostante ed i relativi corsi d’acqua, dagli avvelenamenti indiscriminati, ma soprattutto atta a salguardare la salute della cittadinanza. Ed è proprio questo ultimo aspetto a preoccupare l’ANPANA, si perchè il potenziale avvelenamento del fiume Rapido e delle relative falde acquifere ad esso collegate, si tradurrebbe in una situazione di grave pericolo per la collettività, un rischio il cui livello, dato l’elevato impatto sulla salute e l’alta probabilità di concretizzazione dello stesso data dall’uso delle acque ambito colture, risulterebbe essere molto alto. Una situazione quella descritta che da anni ormai interessa la citata area laziale e che oggi sembra aver assunto carattere d’urgenza, una condizione che oggi più che mai, richiede un’immediata risposta delle Autorità competenti ed una forte azione centrale della politica, un coordinamento insomma che ridia dignità alla popolazione ed all’ambiente, ma che soprattutto lanci un messaggio forte che vada a rimodulare quel senso di abbandono al momento vissuto dalla popolazione del menzionato territorio. L’ANPANA, in stretta collaborazione con ANSMI, Italia Nostra, GRE, componenti della Consulta per l’Ambiente di Cassino e del Coordinamento Ambiente del Cassinate, ritiene altamente importante e necessario in questo momento, la creazione di un tavolo tecnico a guida Ministero della Transizione Ecologica, che proceda nella celere individuazione delle tipologie di minaccia ambientali, la catalogazione delle vulnerabilità territoriali, la valutazione dei relativi rischi correlati e la pianificazione di una serie di azioni da porre in essere allo scopo di mitigarli. Per quanto attiene invece le locali Amministrazioni, si ritiene opportuno quanto immediato l’implementazione di un piano d’emergenza transitorio che attraverso specifiche e dedicate ordinanze, vada a limitare, in termini di prevenzione, l’attività di produzione agro-alimentari e le colture in quelle aree ritenute a rischio di potenziale inquinamento e/o avvelenamento. Tante, forse troppe le storie come questa viste su tutto il territorio nazionale e tutte hanno fatto comprendere un concetto molto semplice: “l’ammontare dei danni per la salute pubblica è direttamente proporzionale al tempo trascorso tra l’allarme lanciato e gli interventi di bonifica”.
Ultima modifica ilMartedì, 01 Giugno 2021 21:08
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