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DOMENICA 4 SETTEMBRE 2016 DALLE ORE 9 ALLE ORE 13,30 circa. L'evento si terrà in Piazza Virgiliana, dalle ore 9 alle ore 13,30 circa. I preparativi inizieranno già dalle ore 7,00. L’occupazione della piazza viene richiesta dalle ore 7 alle ore 19,00 per consentire l’allestimento, e la successiva asportazione, di gazebo, tavoli e altre attrezzature necessarie. Saranno coinvolte, oltre alla Associazione Cinofila Mantovana, anche altre Associazioni, quali, per citarne solo alcune, Associazione "Amico Cane & Co", “Il Piccolo Campo”. L.A.V. , Associazione Gatto Randagio Onlus, Enpa, OIPA, ANPANA, oltre ad Enti ed Istituzioni, quali A.T.S.., Parco del Mincio, ecc. Ognuno dei citati soggetti dovrà avere uno spazio con il proprio tavolo/gazebo, all’interno della piazza. Durante la manifestazione verrà inoltre organizzata una passeggiata per le vie del centro con un numero limitato di cani al guinzaglio (max 100). il programma di massima sarebbe pertanto il seguente: ore 7.00 ritrovo associazioni per predisposizione rispettivi tavoli e gazebo ore 9.00 apertura iscrizioni ore 9,45 termine iscrizioni Le iscrizioni saranno di due tipi: 1) per la passeggiata per le vie della città 2) per proprietari e amici pelosi che intendono rimanere in Piazza Virgiliana, dove avverrà una breve sfilata dei cani diversamente abili o anziani. Sono previsti due punti di accesso alla piazza per la registrazione dei partecipanti. Ore 10,00 benvenuto a tutti i partecipanti e breve presentazione dell'iniziativa ore 10,15 partenza passeggiata con percorso: piazza Virgiliana - vicolo Sant'Anna- via Cavour - piazza Filippini - via Monteverdi - via Fernelli - via Verdi - piazza Mantegna - via Broletto ( piazza Erbe )- piazza Sordello - via Cairoli - piazza Virgiliana ( termine circa alle ore 11,30 ). Gli orari sono puramente indicativi. In Piazza Virgiliana verranno organizzate proiezioni video, punti informativi, brevi consulenze e dimostrazioni di esperti del settore, intrattenimento dei bambini. ore 11,30 circa, termine della passeggiata ore 12, 00 rilascio attestati di partecipazione, con saluti finali delle autorità. In caso di maltempo, l'evento verrà rimandato a data da concordare con il Comune.
Il 14 agosto 1991 la Repubblica Italiana approva la Legge 281, legge quadroin materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo, che sarà poi pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 30 agosto successivo.
Si compone di 9 articoli e introduce principi importanti, che hanno portato ad ulteriori miglioramenti normativi in merito di tutela animale:
- lo Stato si fa promotore di un movimento di tutela del benessere degli animali d'affezione e condanna ogni crudeltà nei loro riguardi, ivi inclusi maltrattamenti ed abbandono
- gli animali vaganti non possono essere soppressi se non in casi estremi e da un veterinario, né possono essere utilizzati per sperimentazioni scientifiche
- i gatti di colonia possono essere affidati ad Associazioni Animaliste e la loro sterilizzazione è a carico dell'Autorità Sanitaria competente sul territorio
- viene affidato alle Regioni l'obbligo di istituzione dell'anagrafe canina, così come si definiscono le competenze dei Comuni e l'eventuale appoggio e supporto delle Associazioni Animaliste
- le Regioni hanno altresì l'obbligo di adottare programmi di prevenzione al randagismo, di concerto e in collaborazione con le associazioni di settore sul territorio, avendo facoltà di organizzare campagne di informazione e sensibilizzazione, corsi di aggiornamento per operatori delle istituzioni, percorsi di educazione scolastica alla corretta convivenza con gli animali e al rispetto del loro habitat
#WorldElephantDay | Oggi, 12 agosto, è la Giornata Mondiale dell'Elefante. Un gigante fragile, ucciso al ritmo di 1 ogni 15 minuti per le sue zanne, che verranno trafugate verso i paesi asiatici, in particolare la Cina, spesso in cambio di armi e denaro che alimenta le casse del terrorismo islamico. Si calcola che ogni anno vengano uccisi oltre 30.000 esemplari. Di questo passo, entro 10 anni, forse meno, questi iconici pachidermi non calcheranno più il suolo d'Africa (e dell'Asia), con un impatto devastante sull'ecosistema... e sul patrimonio dell'umanità.
Poco più di un secolo fa, all'inizio del 1900, in Africa vagavano liberi almeno 10 milioni di elefanti. Nel 1979 ne restavano 1 milione e 300 mila esemplari... ridotti a meno della metà in un decennio appena. Oggi si stima ne restino meno di 400.000 esemplari, vittime quotidiane di una guerra di sangue e orrore che ha implicazioni ben più profonde del semplice traffico internazionale d'avorio.
"La giornata mondiale degli elefanti ci invita a riflettere sui danni irreversibili che stiamo causando al nostro meraviglioso pianeta", commenta Lorenzo Girardi, Presidente Nazionale ANPANA Onlus. "Questi straordinari pachidermi, che hanno dimostrato di comunicare fra loro, condividere memoria, emozioni, lutti, stanno scomparendo ad un ritmo impressionante. L'estinzione di una specie porta sempre conseguenze gravissime non solo sull'ecosistema di cui è tipica, ma a cascata su tutti gli altri".
Da recenti studi emerge come la biodiversità si sia ridotta drasticamente in appena 30 anni e di come innumerevoli specie animali e vegetali siano a rischio inevitabile d'estinzione. "Sapete che nel mondo un mammifero su quattro è a rischio estinzione?" prosegue Girardi. "Cosa faremo dopo? L'estinzione è irreversibile, è un 'per sempre'. Noi di Anpana abbiamo scelto di fare qualcosa adesso: con il progetto Angels for Africa lavoriamo per creare collaborazioni e realizzare progetti di conservazione e tutela, affiancando le organizzazioni sul territorio africano e dando voce il più possibile alle difficoltà che incontrano nel proteggere la biodiversità del continente. Naturalmente lavoriamo in modo attivo e capillare anche e soprattutto in Italia, grazie all'impegno costante e alla preparazione delle nostre Guardie Zoofile, affinché l'ambiente e le creature che lo abitano siano rispettati e protetti".
Le difficoltà operative nel continente africano sono molteplici: gli elefanti vengono uccisi in modo brutale, spesso semplicemente immobilizzati da scariche di AK-47 e privati delle loro zanne mentre ancora sono in vita, altre volte vengono sterminati in massa attraverso l'avvelenamento delle pozze d'acqua cui vanno ad abbeverarsi, con conseguente catena di 'danni collaterali', dagli altri mammiferi via via agli animali spazzini, compromettendo inevitabilmente il ciclo della vita.
"Il dramma del bracconaggio, soprattutto in Africa, è duplice", commenta Vincenzo D'Adamo, Consigliere Nazionale ANPANA Onlus e Responsabile Unità Ranger del Progetto Angels for Africa. "Da un lato, come tutto ciò che purtroppo accade in quel continente, non fa notizia a meno che non sia coinvolto un occidentale o meglio un connazionale. Quanti parlano dei 35.000 elefanti massacrati ogni anno in modo mostruoso per le loro zanne in avorio? Quanti parlano delle migliaia di rinoceronti persi in poco più di un decennio, perché il loro corno è considerato afrodisiaco e antitumorale dalla medicina tradizionale cinese? Pochi, perché a pochi interessa che un mondo intero stia scomparendo".
I bracconieri sono ben armati, con equipaggiamenti da guerra, con infiltrazioni nelle Autorità dei Parchi, nel mondo politico e amministrativo locale, nonché nelle forze dell'ordine. La grande richiesta d'avorio da parte della Cina e di altri paesi fa quotare le zanne grezze (dati del mercato vietnamita) a $1.800 al kilo. Nel 2014, in Cina, veniva quotato fino a $2.100 al kilo. Il giro d'affari è enorme e il crimine organizzato ne è responsabile da sempre, con una parte consistente degli introiti saldamente nelle mani dei gruppi terroristici internazionali.
"L'altro aspetto tragico del bracconaggio in Africa", spiega D'Adamo, "quello che dovrebbe farci riflettere e soprattutto attivare a supporto delle autorità locali e delle tante ong che stanno lavorando in condizioni critiche, è che gli introiti di questi traffici di morte vanno in larga parte a foraggiare le casse del terrorismo internazionale di matrice islamica, da Boko Haram a Al Shabaab, con propaggini in altri gruppi e affiliati. E sappiamo tutti ormai tristemente da vicino quanto possa essere orribile l'azione di questi terrorismi. Il bracconaggio in Africa non è più solo un problema africano, è un problema mondiale. Per questo noi abbiamo creato Angels for Africa: un progetto di prevenzione e sensibilizzazione che ci vede impegnati ormai da 4 anni. Presto torneremo in Africa, perché buona parte del nostro cuore è là, in quella terra straziata, che rischia di perdere per sempre il suo patrimonio inestimabile di biodiversità".
Immaginare l'Africa o l'Asia privata per sempre di questi iconici pachidermi è difficile, ma sarà presto realtà: il bracconaggio è responsabile per le perdite maggiori, ma non dimentichiamo gli impatti climatici, la riduzione del loro habitat naturale, il conflitto con la sempre crescente urbanizzazione e la trasformazione di buona parte dei loro territori ancestrali in aree destinate ad agricoltura e allevamento. Proteggerli è nostro dovere. E la Giornata Mondiale loro dedicata dovrebbe essere occasione per riflettere sulle implicazioni irreversibili che l'estinzione degli elefanti avrebbe sull'ecosistema di due continenti... e non solo.
Il CDN, gli Ispettori Regionali, l'Ufficio Legale e l'Anpana tutta si stringono al Presidente Lorenzo Girardi e alla Sua famiglia in questo momento di dolore per il grave lutto che li ha colpiti.
Per quanti volessero porgere le proprie condoglianze di persona, le esequie si terranno il 12/08/2016 alle h. 16.00 presso la Chiesa del Sacro Cuore in Altamura.
Roma, 10 agosto 2016 | Oggi si celebra il #WorldLionDay, la giornata mondiale per i leoni. Il felino icona dell'Africa, da sempre sinonimo di coraggio, il re incontrastato del continente nero, è un altro dei giganti fragili del nostro pianeta. In 21 anni, secondo le stime IUCN, ha perso il 43% della popolazione (se guardiamo l'ultimo secolo, la percentuale sale al 90%) e, benché sia indicato solo come 'vulnerabile' nella Red List, si stima che potrebbe essere estinto entro il 2020. Caccia sconsiderata, perdita dell'habitat naturale, riduzione delle prede, conflitto uomo animale sono fra le principali cause della scomparsa del leone, che con probabilità, sempre secondo IUCN, è già estinto in 7 Stati dell'Africa Sub-Sahariana. La perdita del predatore più importante d'Africa avrebbe un impatto enorme sull'intero ecosistema.
Che si tratti di 'trophy hunting', caccia al trofeo, o uccisioni rituali da parte delle popolazioni locali, i leoni pagano un prezzo altissimo ad opera dell'unico loro predatore: l'uomo. Tristemente nota è la pratica del 'canned hunting', la caccia in scatola, letteralmente: leoni allevati in cattività e abituati all'uomo da anni di foto-ricordo con i turisti vengono rilasciati in territori recintati per essere uccisi da cacciatori stranieri. Aperto è il dibattito su quanto contribuisca effettivamente il turismo venatorio all'economia dei Paesi africani rispetto al giro d'affari legato al turismo fotografico e naturalistico: è indubbio, cifre alla mano, che un animale vivo renda più alle comunità locali di quanto non frutti la sua uccisione. Ricordate l'indignazione legata all'uccisione di Cecil The Lion, nel 2015? Lui aveva un nome, una storia. Molti Cecil The Lion vengono uccisi ogni anno in Africa senza fare notizia.
La morte di Cecil ha portato a modifiche legislative e restrizioni alla caccia al leone, ma vi sono anche altri fattori che vanno presi in considerazione per una efficace ed efficiente politica di conservazione del Panthera leo: l'espansione delle aree urbane, dei terreni agricoli e dei pascoli destinati agli allevamenti e la conseguente uccisione indiscriminata dei leoni in difesa di persone e greggi, la costruzione di strade attraverso i loro territori, oltre ai mutamenti climatici e alla crescente siccità (ricordiamo che il 2016 sta assetando paesi come il Sudafrica), la diminuzione delle prede disponibili, sono fattori che incidono pesantemente sulla sopravvivenza del maestoso felino.
Immaginate l'Africa senza il ruggito dei suoi leoni. Immaginate l'Africa senza il suo Re.
Bari Sardo Ogliastra Sardegna ::Caretta caretta (Linnaeus, 1758) La comune tartaruga marina del mediterraneo non è la prima volta che sceglie le nostre bellissime coste.Erano le 03:00 del mattino quando la segnalazione immediata da parte di un passante ha notato la presenza del rettile mentre si accingeva a deporre le uova, permettendo così al Corpo Forestale di delimitare la zona preservando un rettile in via di estinzione. Il messaggio che emerge è chiaro: Facciamo molta attenzione in questi giorni quando andiamo al mare potrebbero esserci altri punti, attenzione quando piantiamo l'ombrellone, un briciolo di attenzione da parte di tutti consentirà la sopravvivenza di una specie fortemente minacciata. Nel caso ci si trovi in presenza di un nido contattare immediatamente il Corpo Forestale al numero 1515
Con grande soddisfazione si e concluso il primo corso gez Ogliastra.
presentata dal consigliere nazionale Manfredi Raffaele, ospiti ed esaminatori Gianfranco Palombo, Ibba Antonio, il presidente provinciale Pilloni Roberto, il Brig della GDF Filippo Spina , Il comandante prov Delogu Dario
Grande giornata per la sezione Ogliastrina pronta a scendere in campo per la missione anpana, proteggere la natura e gli animali..
il cdn e il presidente nazionale vi augura il meglio e un buon inizio lavoro
Oggi, 31 luglio, è il World Ranger Day: una giornata voluta dalla International Ranger Federation per commemorare i ranger caduti sul campo o feriti in azione.
Ogni tre giorni un ranger cade vittima di bracconieri, scontri con ribelli, incendi dolosi, incidenti in servizio: eppure senza il loro coraggio e la loro dedizione molte specie animali e vegetali sarebbero già scomparse, vittime del traffico illecito che ammonta a decine di miliardi di dollari all'anno. Secondo le stime internazionali, ai 19 miliardi di dollari di traffico illegale di parti d'animali, si aggiungono oltre 23 miliardi di dollari di pesca illegale, 30 miliardi per il traffico di legno, oltre al traffico di rifiuti e metalli pregiati (fonte Havoscope). Un mercato florido e difficile da intercettare, che va a nutrire le finanze dei gruppi terroristici internazionali e minaccia la stabilità mondiale, oltre che l'esistenza stessa di molte specie animali e vegetali.
Il responsabile dell'unità Ranger del progetto Angels for Africa by Anpana, Vincenzo D'Adamo, commenta così la giornata di oggi: "Onore a quanti scelgono di essere in prima linea nella difesa del nostro pianeta. Ogni giorno solo in Africa oltre 1000 ranger rischiano la propria vita per proteggere rinoceronti, elefanti, leoni, pangolini, un ecosistema antichissimo e perfetto minacciato da bracconieri e non solo. Lo sfruttamento sconsiderato delle risorse minerarie, il conflitto uomo-animale, l'urbanizzazione, la caccia di sussistenza, uniti al miraggio di facili guadagni stanno mettendo in ginocchio l'intero continente. Per questo oggi e sempre noi diciamo 'We Stand With Rangers'. Come persone, come volontari, come associazione: senza di loro, non ci sarebbe speranza".
Ambita per la sua pelliccia, la regina della giungla ha subito una caccia senza tregua da parte dell’uomo, tanto che l’attuale popolazione dell’habitat asiatico, è decimata. L’associazione World Animal Protection (WAP) ha pubblicato in occasione del 29 luglio un rapporto che denuncia l’intenso business sviluppatosi intorno allo sfruttamento
dal 1937 è sparita quella di Bali, seguita dopo il 1970 da quella del Caspio e dagli anni Novanta da quella di Java. Considerata estinta dal 1937 quella della Cina meridionale è stata recentemente classificata come una delle 10 specie animali più minacciate del mondo, in quanto il numero dei suoi esemplari allo stato libero è di circa 60-80 unità. E’ quella la triste cronologia della scomparsa di tre delle nove sottospecie della tigre. Le sei sottospecie che restano oggi sul pianeta, hanno sopportato una riduzione del proprio habitat originario del 93% negli ultimi cento anni e sopravvivono in equilibrio sulla soglia dell’estinzione con meno di 3mila esemplari. In occasione della terza edizione della Giornata mondiale dedicata al felino, che si tiene il 29 luglio, è stato lanciato un nuovo allarme dalla World Animal Protection (WAP): «Avanti così e tutte le tigri viventi oggi in natura saranno estinte nei prossimi 5 anni».
Le iniziative al parco Zoom
Dal 28 al 31 luglio il parco Zoom di Torino ha organizzato molte iniziative dedicate al tema della salvaguardia mondiale del felino. Primo appuntamento il 28 luglio con il concerto di Emir Kusturica, per proseguire nei giorni successivi con attività per i più piccoli e special talk. In rappresentanza della 21 st Century Tiger – associazione per la salvaguardia delle tigri - sarà presente al Bioparco Sophie Adwick, Asst. Programme Manager Asia - Conservation Programmes Zoological Society of London, per raccontare la situazione delle tigri insieme ai Keeper di Zoom. Inoltre, laboratori per bambini e special talk, per coinvolgere tutti i visitatori in modo che possano scoprire questa specie divertendosi.
Perché la giornata mondiale delle tigri?
La Giornata Mondiale è stata istituita nel 2010 durante il Summit sulla Tigre di San Pietroburgo, con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e supportare la conservazione di quest’animale. Alla conferenza, i 13 paesi che ospitano la tigre – Bangladesh, Bhutan, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Nepal, Russia, Thailandia e Vietnam – hanno approvato la Dichiarazione di San Pietroburgo, che prevede il raddoppio del numero delle tigri selvatiche fino a 6000, un impegno che richiede tre conteggi completi delle tigri; il primo si terrà quest’anno, il 2016 (il secondo sarà nel 2020).
In che modo si può raggiungere questo ambizioso obiettivo?
La competizione per lo spazio
L’associazione spiega come sia fondamentale aumentare il controllo e la tutela dell’habitat della tigre ed il monitoraggio degli esemplari e creare corridoi di passaggio nell’habitat delle tigri, oggi sempre più frammentato e distrutto, e proteggerli affinché questi felini possano avere dei percorsi sicuri. A fianco di una grande opera di sensibilizzazione, volta anche alla riduzione della domanda di prodotti fatti con parti di tigre utilizzati nella medicina asiatica.
La riduzione dell’habitat ha portato a una riduzione delle prede, portando dunque le tigri a cacciare il bestiame domestico, entrando in conflitto con molte comunità locali, che dipendono dal bestiame. Ciò ha portato a una sempre maggiore uccisione delle tigri o alla loro cattura per il mercato nero. Inoltre altro conflitto con l’uomo è la dipendenza della comunità locale dalle foreste per la legna da ardere, e ciò porta ulteriormente a distruggere il loro habitat ed entrare sempre più in contatto e conflitto con le tigri, aumentando anche gli attacchi da parte delle tigri per difendersi.
Il cambiamento climatico
(Reuters)
Una delle più grandi popolazioni di tigri del mondo si trova nelle Sundarbans - una vasta zona della foresta di mangrovie condivisa da India e Bangladesh sulla costa settentrionale dell’Oceano Indiano. Questa zona ospita le tigri del Bengala e protegge le regioni costiere da mareggiate e danni del vento. Tuttavia, l’aumento del livello del mare causato dai cambiamenti climatici minaccia di spazzare via queste foreste e quindi l’ultimo habitat rimanente di questa popolazione di tigri. Oggi però le tigri grazie a tanti sforzi di sensibilizzazione a livello mondiale e di tutela di questa specie, il numero è aumentato arrivando ad essere poco meno di 4000. L’India conta il maggior numero di esemplari, con circa 2000 tigri, La Russia al secondo posto ne conta meno di 500, l’Indonesia meno di 400 e la Malesia meno di 300, Nepal, Thailandia, Bangladesh e Bhutan contano invece meno di 500 in totale.